Inaugurazione dell'Anno Accademico

Il prossimo anno rappresenta per l’Università del Sannio un traguardo importante: compie un quarto di secolo. Istituita con decreto del 29 dicembre 1997 (GU Serie Generale n.11 del 15-01-1998) a decorrere dal primo gennaio 1998, UNISANNIO nel 2023 festeggia i suoi primi 25 anni di attività.

“Un momento importante – dichiara il Rettore Gerardo Canfora – che celebreremo il 27 gennaio 2023 durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico alla presenza di due illustri ospiti. Per l’occasione, infatti, interverrà il Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini. L’autorevole presenza del Ministro è un importante segnale di vicinanza e incoraggiamento a proseguire lungo la strada che abbiamo intrapreso sin dalla fondazione, coniugare eccellenza didattica e scientifica con attività di promozione culturale, sociale ed economica del territorio”. 

La cerimonia di inaugurazione sarà un momento per riaffermare la presenza di UNISANNIO come uno dei più importanti presidi culturali che ha contribuito allo sviluppo del territorio, attraverso la costante collaborazione con le Istituzioni, le realtà produttive, e con l’attenzione rivolta al corpo studentesco, carburante e linfa vitale per una crescita duratura e sostenibile. 

La festa per i 25 anni dell’Ateneo vuole anche essere portatrice di un messaggio universale.
“Lavorare insieme per un mondo senza guerra è la miglior cosa che possiamo fare per le generazioni future. Prendo in prestito le parole di Gino Strada – continua il professore Canfora - per annunciare l’altro nostro ospite dell’inaugurazione. Sarà la presidente di EMERGENCY Rossella Miccio a parlare alla nostra comunità della sua esperienza in territori difficili e dell’impegno dell’ONG che presiede per garantire il diritto di cura alle vittime di guerra e povertà. 

Quest’anno - continua Canfora - ci ha costretti a fare i conti con la guerra, e le sue orribili conseguenze, alle porte di casa nostra, nel continente europeo. Era dalla seconda guerra mondiale che non succedeva e nessuno di noi si aspettava potesse succedere ancora. È per questo che, come istituzione culturale, abbiamo deciso di dare voce a chi ha sempre lavorato in favore dei più deboli e di consegnare alle nuove generazioni un preciso messaggio: salvare vite e costruire ponti devono essere la priorità”.
 

 

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