Per i Laboratori della legalità, martedì 28 novembre dalle ore 10 alle ore 14, la prof.ssa Camilla Crea terrà una lezione nella Sala Conferenze di Palazzo San Domenico su "Legalità è...Giustizia. Diritto di privativa e appropriazioni della comunicazione sociale" . 

'If it is true that we live by symbols, it is no less true that we purchase goods by them' (Mishawaka Rubber & Woolen Mfg. Co. v. S. S. Kresge Co., 316 U.S. 203, 1942).
La legalità, nelle società liberali, si fonda sulla democrazia. Il pilastro morale di ogni democrazia è la libertà di parola e di espressione. L’analisi giuridica, critica e comparata dimostra che i diritti di privativa industriale possono limitare significativamente i diritti di parola, quali diritti umani e fondamentali.
I marchi sono, infatti, segni sociali (non solo “segni commerciali”) ed entità semiotiche (non semplicemente merci fittizie). Possiedono un “plusvalore” semiotico/espressivo di cui il proprietario non può appropriarsi, poiché il processo di costruzione del significato dei segni sociali appartiene alla società nel suo insieme, al di là della logica del mercato e del profitto individuale, e al di là di paradigmi iper-liberali convenzionali del diritto di proprietà (ius excludèndi òmnes àlios). Appare, dunque, necessario analizzare, attraverso la casistica europea, alcuni dispositivi giuridici anti-appropriazione in grado di salvaguardare la dimensione sociale collettiva dei segni-marchi, all’interno di una effettiva democrazia dialogica e culturale e nel rispetto del pluralismo sociale delle carte costituzionali.
Del resto, la legalità senza democrazia non è giustizia e la democrazia, senza libertà di espressione, non è vera democrazia.