Legalità è...Giustizia riparativa
Legalità è...Giustizia riparativa
Per i Laboratori della Legalità, la prof.ssa Cristina Ciancio terrà un seminario su "Legalità è...Giustizia riparativa, giovedì 16 novembre dalle ore 14.30, presso la Sala Conferenze di Palazzo San Domenico.
Le proposte di giustizia riparativa appaiono come strumenti totalmente innovativi per le nostre logiche tradizionali di giustizia ma, come ricordato da Gustavo Zagrelbeski , “si tratta di una prospettiva nuova e antichissima al tempo stesso”.
Il laboratorio è, quindi, dedicato ad una riflessione critica sulla storia della giustizia penale, che da tempo la storiografia legge anche come un lungo e tortuoso percorso di fuoriuscita dalla vendetta, attraverso esperienze e modelli di processo che, intervenendo sulle logiche di ricomposizione dei conflitti, hanno contribuito, tra progressi e brusche involuzioni, a una maturazione dei costumi sociali e delle dinamiche relazionali a livello individuale e collettivo.
Si ripercorreranno le teorie sulla giustizia penale negoziata - proposte, tra gli altri, da Mario Sbriccoli - dalla sua affermazione nella prima età comunale come strumento di soddisfazione e riparazione alternativo alla vendetta che, sebbene ammessa, minacciava la convivenza cittadina, fino alle esperienze riconducibili alle nuove svolte autoritarie che, intervenendo sui regimi punitivi, escludevano quell’indipendenza della funzione giudiziaria fino ad allora praticata e presupposto del suo possibile carattere negoziale.
Fino alla fine dell’antico regime, però, la giustizia negoziata con il suo obiettivo di soddisfazione, oramai incompatibile con gli apparati degli stati assoluti, continuerà a praticarsi nelle pieghe e nei vuoti delle prassi dei nuovi ordinamenti giudiziari.
Con l’aiuto di fonti e documenti, nella seconda parte dell’incontro si esamineranno alcune concrete esperienze storico-giuridiche di giustizia riparativa, concepite necessariamente come alternative agli strumenti ed obiettivi propri della giustizia ordinaria. Queste verranno distinte tra prassi integrate e riconosciute nella società civile, e prassi estreme e circoscritte ma particolarmente adatte ad esprimere la percezione dell’inadeguatezza degli apparati ordinari in determinati contesti e circostanze. Per la prima tipologia, ci si soffermerà sul duello e vertenze d’onore come strumenti di riparazione all’interno di una determinata cultura normativa cetuale. Per la seconda tipologia, si analizzeranno le credenze e i processi ai vampiri in pieno XVIII secolo come sistema laico, locale ed altamente formalizzato di giustizia e pacificazione delle comunità rurali centro europee, in aperto contrasto con i tentativi di centralizzazione delle fonti del diritto e delle sue giurisdizioni portato avanti dall’assolutismo illuminato di Maria Teresa d’Austria.