Legalità è…Sviluppo sostenibile integrale
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Legalità è…Sviluppo sostenibile integrale
Per i Laboratori della Legalità, il prof. Giuseppe Marotta terrà un seminario su "Legalità è…Sviluppo sostenibile integrale", martedì 21 novembre dalle ore 9, presso presso la Sala Conferenze di Palazzo San Domenico.
Il tema della Sostenibilità è diventato centrale nel dibattito economico e politico in quanto impatta sugli equilibri ambientali, climatici, economici, sociali, territoriali e sulla salute e il benessere dei cittadini. Questo tema, trattato per la prima volta nel rapporto su “our common future”, predisposto nel 1987 dalla Commissione ONU su “Ambiente e Sviluppo”, presieduta da Harlem Brundtland, col
tempo ha assunto una definizione multidimensionale che considera la sfera ambientale, economica e sociale.
Nel 2015, sulla scia del percorso avviato nel 1987, l’ONU ha adottato l’Agenda 2030, sottoscritta da 193 Paesi, nella quale sono fissati 17 obiettivi da raggiungere entro il 2030, al fine di fronteggiare le grandi sfide globali per rendere lo sviluppo sostenibile. Gli obiettivi stabiliti dall’Agenda costituiscono una sorta di riconoscimento nella multidimensionalità della sostenibilità e del suo forte legame con il modello di sviluppo economico e sociale.
Il modello di sviluppo, a partire dal secondo dopoguerra, è stato alla base di un significativo progresso economico e civile della società occidentale. Tuttavia, con il passare degli anni, esso ha generato anche una serie di “effetti indesiderati”, considerati esternalità negative, che hanno rappresentato e rappresentano “costi sociali” sempre più rilevanti.
Con la globalizzazione, il modello economico, basato sull’economia capitalistica di mercato, è stato esportato quasi in tutto il modo, sia pure con declinazioni differenziate, a seconda degli assetti politico-istituzionali dei diversi Paesi. La globalizzazione del modello ha significato, da un lato, l’inizio di un percorso di sviluppo e di progresso, in quelle parti del modo dove gli standard di vita erano ancora parzialmente limitati, dall’altro, l’amplificazione delle criticità connesse con la sostenibilità, ponendo al mondo intero sfide importanti e di dimensioni globali, rispetto alle quali l’operare dei singoli Stati diventa talvolta inefficiente e inefficace. Percorsi, purtroppo, non sempre facili, che richiedono un cambio sostanziale del paradigma economico e sociale; un cambiamento che purtroppo stenta a decollare, per la resistenza esercitata dalle multinazionali e dal mondo dei capitalisti che nel mancato cambiamento trova la fonte della propria crescente ricchezza.
Tuttavia, se un cambiamento dall’alto appare difficile, in questi ultimi anni è iniziata una sorta di cambiamento silenzioso dal basso, sperimentato nelle comunità locali, grazie all’opera di soggetti del Terzo Settore e della Cittadinanza Attiva, nonché, su un piano più generale, di un crescente movimento di “Imprese for profit” che ha fatto proprie le istanze della sostenibilità nella sua accezione più ampia, accogliendo gli auspici al cambiamento provenienti dalle nuove sensibilità dei cittadini e da nuovi approcci teorici (Economia Civile, Economia della Responsabilità) che hanno trovato in Papa Francesco un sostenitore instancabile.
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