Judith Hallett e Simone Beta discutono con Aglaia McClintock di La ricchezza femminile e la Lex Voconia (Jovene, Napoli 2022), giovedì 17 novembre 2022, alle ore 16, sul canale YouTube UNISANNIO.

Le donne romane erano immensamente ricche, soprattutto per via ereditaria. I loro ingenti patrimoni spesso servivano a favorire le carriere di mariti e dei figli e incidevano sulle decisioni politiche. Ma nel 169 a.C. Catone il Censore fece passare una legge, la lex Voconia, che impediva ai cittadini di Roma appartenenti al ceto più abbiente di istituire eredi le donne nei loro testamenti. Le donne non poterono più essere eredi dell’intero patrimonio del padre o della madre, e soprattutto delle forme di potere a esso correlate: prestigio, clientele, casa avita, sacra, culto degli antenati. Va detto però che, nonostante la lex Voconia, le donne continuarono a ereditare e a essere ricche e dunque il movente della legge non va cercato tanto nella limitazione dei patrimoni femminili quanto nell’affermazione che la parte più produttiva del patrimonio doveva essere assegnata a un uomo. I meravigliosi e costosissimi gioielli che l’antichità ci ha restituito sono la prova tangibile del ruolo autorevole che le donne esercitavano nella società romana.

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